FUSE Recensione

Il mercato dei videogiochi è piuttosto vario, ma soprattutto multiforme: ci sono quei giocatori casual che preferiscono titoli immediati come quelli mobile, i nipponici che non possono fare a meno dei giochi di ruolo, e gli occidentali che crescono con pane, titoli sportivi e sparatutto. Le case di sviluppo hanno compreso bene questi trend e perciò creano giochi tenendo conto di quali siano i generi più venduti nella zona di rilascio. È così che, negli anni recenti, abbiamo assistito ad un continuo sfornare FPS e TPS, che in Europa si traduce con una vendita assicurata del prodotto. Attenzione però a non esagerare con il genere, vista una rappresentanza che non passa certo inosservata: questa volta ci prova Insomniac Games, con uno sparatutto in terza persona che, tuttavia, tende a sfruttare in maniera poco efficace un genere sovraccarico di titoli, FUSE.

Overstrike 9 ci prova, ma non entusiasma

La premessa che vi facciamo, ancor prima di inserire il titolo nella nostra console, è che se state pensando a FUSE come quel titolo che si doveva chiamare Overstrike 9 e che sembrava promettere la luna, vi sbagliate di grosso. Insomma, la squadra di mercenari Overstrike 9 è rimasta il fulcro delle vicende, tuttavia non darà più il nome al gioco e con sé sono sfumate anche parte delle nostre aspettative. Innanzitutto, la trama. Ahi, che tasto dolente! Senza perderci in troppe chiacchiere, non è altro che un insieme di situazioni già viste e riviste: prenderemo il controllo della squadra Overstrike 9, con il compito di recuperare una sostanza misteriosa chiamata FUSE, di proprietà della Raven Corporation. Inutile dire che sarà utile per potenziare delle armi che troveremo e che saremo coinvolti in una serie di situazioni che rischiano di mettere a repentaglio il mondo intero. Niente di più, niente di meno. Fortuna che in quanto a meccaniche di gioco il titolo di Insomniac non sia così banale, altrimenti c’era da mettersi le mani tra i capelli. Oddio, non è che si sta parlando di un gameplay da urlo, ma ci si accontenta. Come abbiamo detto, alcune armi – o meglio, le poche principali – che decideremo di utilizzare per fronteggiare la minaccia, potranno essere potenziate dal FUSE. Ogni personaggio avrà a disposizione un’arma differente dagli altri, la quale sarà ottenuta nel corso della prima missione: Dalton disporrà di uno scudo speciale chiamato Mag Shield, Jacob utilizzerà una balestra indispensabile per colpire da molto lontano, Naya un fucile in grado di aprire piccoli buchi neri e Izzy una mitragliatrice che trasforma i nemici in cristalli. Risaltando esageratamente le succitate armi – che non è affatto una cosa negativa, anzi, utilizzarle di continuo è davvero divertente – porta di conseguenza alla messa da parte di quelle secondarie. A parte che, quest’ultime, non si distinguono veramente per caratteristiche, ma soprattutto verranno usate soltanto quando si sarà a corto di FUSE, altrimenti completamente sarebbero inutili. Altro problema che si riscontra sin dalle prime battute, è la scarsa, ma veramente scarsa intelligenza artificiale di cui sono dotati i nostri compagni, che renderà piuttosto frustrante la campagna affrontata in singolo. Da ciò, si nota subito che il titolo sia stato pensato per essere giocato online, o comunque assieme ad un amico in locale; di conseguenza, giocando in single player, ci si ritrova catapultati in sequenze di gioco eccessivamente ardue, specie se i compagni guidati dalla CPU finiscono per farsi ammazzare senza esitazione. A tutto questo non si può neppure porre rimedio attraverso un qualche sistema per impartire ordini agli altri agenti speciali, per cui non resta che buttarci online dove la situazione cambia drasticamente e, per certi versi, diverte abbastanza. Altro neo che affligge indiscutibilmente FUSE, è la ripetitività.

Che un titolo sia longevo non è sempre un fattore positivo, soprattutto se le cose che ha da proporre al pubblico non sono poi così tante. Anche nel gioco di Insomniac le situazioni in cui ci imbatteremo sono sempre le stesse, finendo per ritrovarci sempre a sparare a rotta di collo contro nemici più o meno ostici in località diverse. Di tanto in tanto ci si troverà a dover esibirsi in scalate che ricordano tanto Lara nell’ultimo Tomb Raider, ma a parte questo il resto scivola via come se nulla fosse, ripetendosi ancora e ancora. Sul piano tecnico, invece, non ci si può lamentare, nonostante anche qui non manchi di che criticare: dal punto di vista grafico tutto è reso bene, gli sviluppatori hanno fatto un buon lavoro e nel complesso sembra che FUSE non sia lo stesso titolo di cui abbiamo parlato fino ad ora. Le uniche pecche si possono riscontrare in qualche calo di frame rate e in alcuni picchi troppo alti del sonoro, ma soltanto durante alcuni dialoghi. Per il resto, è proprio il sonoro forse ciò che merita di più, grazie ad una colonna sonora di stampo cinematografico e a dei dialoghi riusciti, anche nel doppiaggio. Tecnicamente, dunque, possiamo ritenerci soddisfatti, tenendo anche in conto una campagna di notevole durata, nonostante il titolo pecchi assolutamente di mancanza di personalità.

Commento

Insomniac Games ci ha provato, ha voluto dare vita ad un titolo concentrato esclusivamente sull’utilizzo di armi super potenti e molto divertenti da usare, ma a parte questo ha fallito nei suoi intenti perché il gioco non offre niente di più. FUSE è un titolo da apprezzare tanto dal punto di vista tecnico, quanto per la sua longevità se giocato con un amico oppure online, tolto ciò, il buio più totale. Insomma, nel complesso non è affatto un gioco da buttare, ma nemmeno uno di quelli per cui vale la pena spendere.